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I 5 Elementi nello Yoga: un viaggio per ritrovare armonia, presenza e radicamento interiore

da | Nov 21, 2025

5 elementi

Quando osserviamo il mondo e noi stessi attraverso la lente dei 5 elementi, scopriamo un nuovo modo di ascoltarci: i 5 elementi ci offrono un linguaggio semplice e profondo per comprendere ciò che accade dentro di noi.

Nella tradizione yogica, i 5 elementi – Terra (Prithivī), Acqua (Ap o anche Jala), Fuoco (Agni), Aria (Vâyu) ed Etere (Âkâsha) – sono le fondamenta dell’esperienza umana. Non vivono solo nella natura che ci circonda, ma anche nei nostri movimenti, nei pensieri e nelle emozioni. Sono forze sottili che modellano il modo in cui ci radichiamo, sentiamo, reagiamo, respiriamo e ci espandiamo.

Quando osserviamo il mondo e noi stessi attraverso la lente dei 5 elementi, scopriamo un nuovo modo di ascoltarci. Ci accorgiamo che ogni giorno viviamo un equilibrio diverso: a volte stabili e presenti, altre volte inquieti; a volte fluiamo fluidi, altre volte ci irrigidiamo. Gli elementi ci offrono un linguaggio semplice e profondo per comprendere ciò che accade dentro di noi.

Questo articolo nasce dal desiderio di accompagnarti in un viaggio di consapevolezza che parte dalla materia più densa, la Terra, e si apre via via fino all’Etere, l’elemento più sottile. Un cammino che può aiutare a ritrovare armonia e presenza, non solo nella pratica dello yoga, ma nella vita quotidiana.

[NOTA: se vuoi approfondire significato simbolico, benefici fisici, mentali ed emotivi, varianti e adattamenti, precauzioni e controindicazioni di molti degli asana che menzionerò in questo articolo, ti invito a navigare il blog e leggere gli articoli corrispondenti.]

Terra – Stabilità, radicamento, sicurezza

La Terra è la base di tutto, l’elemento che ci sostiene e ci permette di sentirci al sicuro, radicati e presenti.
Immagina ora, in questo istante, la sensazione di avere i piedi ben piantati a terra, il respiro profondo, la mente più chiara. Ecco: questo è l’effetto della stabilità e solidità della Terra.

Oggi spesso viviamo più spostati verso l’aria, con la testa piena di pensieri, preoccupazioni e liste infinite di cose da fare. La Terra, con la sua stabilità, ci ricorda l’importanza di fermarci, rallentare e sentire. Quando la Terra dentro di noi vacilla, ci sentiamo instabili, disconnessi, ansiosi, come se mancasse qualcosa a cui aggrapparci.

Nella pratica dello yoga, ritroviamo la Terra attraverso tutto ciò che ci fa sentire solidi e presenti:

  • Posizioni in appoggio sui piedi: Tadasana (posizione della montagna) per sentire il contatto con il suolo.
  • Lavori di radicamento: Vrksasana (posizione dell’albero) o Malasana (posizione della ghirlanda), che favoriscono equilibrio e stabilità.
  • Respirazioni profonde: Dirgha pranayama (respiro yogico completo), per riportare attenzione al corpo e al ritmo naturale del respiro.
  • Momenti di centratura e meditazione, seduti o in piedi, per percepire solidità e presenza interiore.

La Terra ci insegna che la stabilità non è rigidità, ma presenza. È la capacità di essere qui, ora, interi e disponibili alla vita.

Acqua – Emozioni, fluidità, lasciar andare

Dopo la solidità della Terra, entriamo nel movimento fluido dell’Acqua. L’Acqua è emozione, adattamento, morbidezza. È il nostro modo di sentire, di fluire, di accogliere ciò che arriva e di lasciar andare ciò che non serve più.
Prenditi un momento per immaginare – sentire – cosa provi quando ti irrigidisci nelle emozioni: quando trattieni, resisti e ti contrai. L’Acqua in quel momento non scorre.
Quando, invece, ci sentiamo più aperti, morbidi e capaci di attraversare ciò che viviamo, allora l’elemento Acqua è in armonia.

Nella pratica dello yoga, ritroviamo l’Acqua attraverso tutto ciò che ci aiuta a fluire e accogliere le emozioni:

  • Posizioni fluide e ondulatorie, come Marjaryasana-Bitilasana (gatto-mucca), che favoriscono l’adattamento e lo scioglimento delle tensioni.
  • Sequenze morbide nelle transizioni lente tra Virabhadrasana II (guerriero II) e Utthita Parsvakonasana (angolo laterale esteso), per percepire il fluire del movimento.
  • Respirazione consapevole: Nadi Shodhana (respirazione a narici alternate), che equilibra le energie e calma le emozioni.
  • Pratiche del lasciar andare: meditazioni sul respiro o scansioni corporee che aiutano a liberare ciò che non serve più.

L’Acqua ci insegna che non tutto può essere controllato. Ci invita a danzare con la vita, ad accogliere ciò che emerge nel nostro mondo interiore, ammorbidendo le resistenze.

Fuoco – Energia vitale, forza, azione

Il terzo elemento è il Fuoco, la scintilla che illumina, scalda e trasforma. Senza Fuoco non c’è evoluzione, motivazione o trasformazione.
Prova a sentire dove brilla la tua energia, la forza che ti spinge ad agire, e dove invece senti il calore spento o disperso. Quando il Fuoco è in equilibrio, illumina ogni gesto e scelta, sostenendoci con chiarezza e vitalità.

Il Fuoco è la nostra determinazione, la forza di credere in noi stessi, di mettere confini sani, di dire sì a ciò che ci nutre e no a ciò che ci consuma. Ma è fragile: se troppo debole, ci sentiamo spenti; se troppo intenso, rischiamo di bruciarci.

Nella pratica dello yoga, ritroviamo il Fuoco attraverso tutto ciò che accende energia e coraggio:

  • Asana energizzanti come Utkatasana (sedia) o Chaturanga Dandasana (bastone), che attivano il core (centro) e la forza.
  • Sequenze dinamiche come il Surya Namaskar (Saluto al Sole), che trasformano la vitalità.
  • Respirazione attiva: Kapalabhati (respirazione del fuoco), per stimolare forza interiore e chiarezza mentale.
  • Momenti di visualizzazione sul calore e la luce interiore, a sostegno dell’azione consapevole.

Il Fuoco ci invita a guardarci dentro: quanta energia sto usando? La sto usando bene? C’è qualcosa da trasformare? Il Fuoco è l’elemento dell’intenzione e della crescita consapevole.

Aria – Leggerezza, respiro, apertura mentale

Dopo il Fuoco, incontriamo la delicatezza dell’Aria. È l’infinito che entra, le tensioni che si dissolvono, la mente che si apre.
Inspira e percepisci lo spazio intorno a te: senti la leggerezza che si crea, l’apertura nel corpo e nella mente. Quando l’Aria fluisce armoniosa, anche i pensieri si liberano e la nostra energia diventa fluida.

Quando l’Aria è in equilibrio, sentiamo libertà: nel corpo, nei pensieri, nelle relazioni. Quando è in disequilibrio, ci sentiamo persi, distratti o troppo “in alto” per essere radicati.

Nella pratica dello yoga, ritroviamo l’Aria attraverso movimenti e posizioni che creano spazio e leggerezza:

  • Asana di apertura e sollevamento: Urdhva Mukha Svanasana (cane a testa in su) o Ardha Chandrasana (mezza luna).
  • Movimenti fluidi e torsioni delicate: Marichyasana III (torsione del saggio Marichi) e Garudasana (aquila), per stimolare respirazione e mobilità.
  • Respirazioni profonde e espansive: Pranayama lungo e morbido, per aprire il torace e liberare la mente.
  • Meditazioni sul respiro, per chiarezza mentale e senso di apertura interiore.

L’Aria ci insegna l’arte della leggerezza: osservare senza aggrapparsi, respirare anche nelle difficoltà, restare aperti nel fluire della vita.

Etere – Espansione, connessione, presenza

Il quinto elemento, l’Etere, è lo spazio che contiene tutto il resto. È la quiete, la consapevolezza che emerge quando ci fermiamo.
Chiudi gli occhi per un istante e percepisci lo spazio dentro di te: silenzio, vastità, connessione con la tua essenza. Quando l’Etere è presente, ci sentiamo espandere senza sforzo, centrati e autentici.

Spesso, nella vita quotidiana, questo spazio manca: siamo pieni di impegni, pensieri, aspettative. Non sempre ci concediamo momenti di silenzio e ascolto.

Nella pratica dello yoga, ritroviamo l’Etere attraverso:

  • Asana di distensione e meditazione: Savasana oppure Supta Baddha Konasana, per accogliere lo spazio interno.
  • Sequenze lente e consapevoli, e posizioni come Balasana (bambino) e Viparita Karani (gambe al muro) per rilassamento e introspezione.
  • Respirazioni delicate: Ujjayi o respirazione di consapevolezza dello spazio interno, per percepire la connessione profonda.
  • Pratiche di introspezione: meditazioni guidate, visualizzazioni o semplici momenti di ascolto silenzioso.

È l’elemento che dà senso a tutto il resto, il filo sottile che collega ogni aspetto di noi. Ci ricorda lo spazio in cui respirare, osservare, accogliere e manifestare la nostra autenticità. È il silenzio che permette agli altri elementi di armonizzarsi, trasformando l’energia in presenza consapevole e completa.

Il viaggio dell’integrazione: quando gli elementi dialogano

Gli elementi non sono compartimenti separati, ma parti integrate che vivono dentro di noi e si influenzano a vicenda. Quando uno è in squilibrio, gli altri si muovono per compensarlo; quando tutti dialogano armoniosamente, ci sentiamo centrati, presenti e autentici.

Integrazione significa riconoscere le nostre parti e lasciarle cooperare: sapere quando radicarci nella Terra, lasciare andare nell’Acqua, accendere il Fuoco, ammorbidire l’Aria o espanderci nell’Etere.

È un percorso che richiede ascolto profondo, gentilezza e costanza. Lo yoga può accompagnarci giorno dopo giorno, con delicatezza e profondità. E qualunque sia “il tuo” elemento in questo momento, ricorda: ogni viaggio inizia da un respiro. La tua pratica sa sempre riportarti a casa.

Un passo in più, se lo desideri…

Se questo viaggio attraverso gli elementi risuona dentro di te, da gennaio a marzo 2026 terrò un percorso dedicato ai 5 elementi, con un ultimo incontro di integrazione.

Un ciclo trimestrale (2 incontri al mese per 3 mesi) che unisce movimento, consapevolezza, respirazione, meditazione e ascolto interiore: un viaggio lento, gentile e profondo, pensato per ritrovare equilibrio, forza, leggerezza e presenza.

Non è necessario conoscere nulla in anticipo: basta essere presenti con consapevolezza. Il resto accade con il tempo, il respiro e l’ascolto. Presto troverai tutte le informazioni nella sezione Workshop del sito.

Se sarà il tuo momento, sarò felice di accompagnarti in questo percorso.

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