Trovare la stabilità nel cambiamento: lo yoga come ancora nelle fasi di trasformazione

da | Apr 28, 2025

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Il cambiamento può fare paura, ma anche nei momenti più incerti, possiamo trovare dentro di noi uno spazio di calma, forza e fiducia

La vita è movimento. Un flusso continuo di esperienze, relazioni, emozioni. A volte siamo pronti ad accogliere ciò che arriva. Altre volte, i cambiamenti ci colgono di sorpresa, e ci lasciano spaesati, incerti, magari un po’ spaventati.
È proprio in questi momenti di transizione che lo yoga può diventare un’ancora preziosa.
Una pratica costante ci aiuta a ritrovare il centro, anche quando tutto intorno a noi sembra muoversi.

La natura del cambiamento

Cambiare significa evolvere.
Ma non sempre il cambiamento è comodo o desiderato: può trattarsi di una fine improvvisa, di un inizio incerto, di un passaggio necessario ma difficile da accettare.
Un nuovo lavoro, una relazione che si trasforma, una fase della vita che si conclude… tutto questo può smuovere le nostre certezze più profonde.

Eppure, se ci fermiamo un attimo ad ascoltare, scopriamo che il cambiamento non è un nemico da temere e combattere.
Il cambiamento è un invito.
A guardare dentro di noi.
A scoprire nuove risorse interiori.
A lasciar andare ciò che non serve più.
A fare spazio per altro, con fiducia che qualsiasi cosa arrivi è ciò che serve per la nostra evoluzione e crescita.

Lo yoga come spazio sicuro

Sul tappetino impariamo a stare con ciò che c’è, senza giudizio. Ogni respiro ci riporta al momento presente. Nel movimento da un asana ad un altro, siamo in dialogo con il corpo, con le emozioni, con la mente.

Imparare a sospendere il giudizio anche fuori dal tappetino ci aiuta ad accogliere ogni cambiamento per quello che è: né buono, né cattivo, semplicemente parte del cammino.
Perché nulla, nella vita come sul tappetino, è per sempre.

Praticare yoga durante un periodo di transizione è creare uno spazio sicuro dove possiamo sentire, elaborare, trasformare.
Non significa fuggire dalla realtà, ma viverla con più consapevolezza.
Quando tutto cambia fuori, possiamo sempre tornare dentro.
E lì, nel respiro che scorre, nel movimento che fluisce, nella presenza che cresce, possiamo ritrovare stabilità.

Accogliere l’impermanenza

Uno degli insegnamenti fondamentali dello yoga è Aparigraha: il non attaccamento. Accettare che tutto cambia, tutto evolve, e che trattenere ciò che è già passato non ci protegge, ma ci blocca.

(Se senti che il tema del non attaccamento ti risuona e desideri approfondirlo, puoi leggere l’articolo che ho dedicato agli Yama – le fondamenta etiche dello yoga – a questo link: Gli Yama nello Yoga: le fondamenta di una vita consapevole.)

Attraverso la pratica impariamo a lasciar andare:
un’emozione che ci appesantisce,
un’idea fissa su come “dovrebbe” andare la vita,
il bisogno di avere tutto sotto controllo.

 

E in questo lasciar andare, c’è leggerezza. C’è libertà.
La pratica ci insegna a fluire con la vita, accoglierla, non combatterla.

Rituali di presenza per attraversare il cambiamento

Come usare la pratica per sostenerci nei momenti di trasformazione?

Alcune semplici pratiche ci possono supportare, così che ogni transizione possa diventare occasione per nutrire nuove abitudini di cura e ascolto:

  • Crea uno spazio sacro.
    Anche un angolo della casa dedicato alla tua pratica può diventare un rifugio di serenità.
  • Respira consapevolmente.
    Anche solo cinque minuti al giorno di respiro profondo possono calmare la mente e ridare chiarezza.
  • Muoviti con gentilezza.
    Una sequenza dolce di Hatha Yoga ti permette di riconnetterti con il corpo e liberare le tensioni accumulate.
  • Ascolta il silenzio.
    Nella quiete puoi sentire ciò che altrimenti sfugge: la tua intuizione, la tua verità.
  • Scrivi ciò che senti.
    Un diario può diventare uno specchio dove osservare con più lucidità ciò che stai vivendo.

Non sei sol* nel cambiamento

Una delle illusioni più grandi è pensare di dover affrontare tutto da soli.
Ma lo yoga ci ricorda che siamo parte di un tutto più grande.
Ogni respiro che facciamo è connesso al respiro dell’universo. Il nostro microcosmo è parte del macrocosmo.

Quando pratichi, anche da casa, in diretta online con altri, o in solitudine, non sei mai veramente sol*. La tua presenza sul tappetino è un atto di coraggio, di amore, di trasformazione.
E potresti diventare fonte di ispirazione anche per chi ti sta intorno.

Conclusione: un passo alla volta, un respiro dopo l’altro

Il cambiamento può far paura, ma è anche un portale.
Attraversarlo con la pratica dello yoga significa camminare più radicati, più presenti, più aperti alla bellezza dell’imprevisto.

Non c’è bisogno di avere tutte le risposte, perché di fatto pensare di essere pronti quando avremo tutto chiaro porta solo a non iniziare. Infatti, non avremo mai tutte le risposte.
Ma è sufficiente iniziare: con un piccolo gesto, un respiro consapevole, un ritorno al corpo.

Anche nei momenti più incerti, possiamo trovare dentro di noi uno spazio di calma, forza e fiducia.

Io ti aspetto sul tappetino, per accompagnarti – passo dopo passo – in questo viaggio di trasformazione interiore.

 

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